Bankweb Italia – Cessione del Quinto
Come ottenere un prestito in Italia
L’11 ottobre del 2017, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato l’annuncio ufficiale: l’Italia è fuori dalla crisi economica, la peggiore da quella del 1974. Ciononostante, la situazione è ancora complessa e gli italiani ricorrono ancora e volentieri a prestiti personali per fare fronte a spese impreviste o pianificate alle quali non riescono a stare dietro.
Colpa di buste paga basse: secondo la ”Global 50 Remuneration Planning”, indagine curata dalla società di consulenza Willis Towers Watson, a marzo del 2017 davano l’Italia quindicesima (su quindici nazioni europee prese in considerazione) per i salari d’ingresso a chi è in cerca di prima occupazione, e solo undicesima per le posizioni di middle management. Per questo motivo, chi ha bisogno di denaro, e subito, guarda altrove.
I vari tipi di prestito
Innanzitutto va detto che non tutti i prestiti sono uguali: la normativa italiana distingue tra quelli finalizzati e non finalizzati. La differenza è molto semplice, al di là dei paroloni. Il prestito finalizzato non viene erogato a chi lo richiede, ma a chi vende il bene che si vuole pagare con il prestito. Il debitore dovrà poi restituire la somma all’istituto che l’ha messa a disposizione. In pratica questo tipo di prestito è legato all’acquisto di un prodotto specifico. Può essere una casa, una macchina, un computer… Nel prestito non finalizzato, invece, il prestito viene erogato direttamente a chi ne fa richiesta.
I prestiti non finalizzati più noti al pubblico sono i prestiti personali, gli stessi le cui pubblicità vediamo spessissimo nelle nostre città o in televisione. A seconda dell’importo che occorre può convenire chiedere un prestito vero e proprio (a chi, lo vedremo tra breve), oppure aprire linee di credito con apposite carte di debito cosiddette revolving, che permettono di rateizzare in più mesi il finanziamento che è stato ottenuto. Di solito, poiché le carte revolving portano con sé interessi piuttosto alti, si preferisce usarle per prestiti di entità contenuta.
Chi può erogare un prestito in Italia?
Secondo un’indagine dell’Eurispes ferma ai dati del 2015, in Italia ogni anno circa 82 miliardi di euro vengono prestati da usurai: sono dati sconvolgenti, perché parlano di un estremo bisogno di liquidità da parte di persone cui un prestito legale viene rifiutato (oppure che, a torto, temono che sarà loro negato). Dati ancora più drammatici perché chi non riesce a far fronte alle percentuali altissime di interesse richieste dagli strozzini (alcuni, singoli, non fanno capo ad alcuna organizzazione ma molti sono legati a mafia e ndrangheta) arriva addirittura a uccidersi per sfuggire alle richieste continue di pagamento.
In realtà in Italia ci sono pochissime entità che sono autorizzate per legge a erogare denaro in prestito: gli istituti bancari e le società finanziarie autorizzate dallo Stato sono le più note. Meno utilizzati sono gli strumenti del social lending, anche chiamato P2P lending, che permette il prestito fra privati (più spesso si tratta di aziende).
Esistono poi anche casi di concessione di microcrediti, e il ricorso al crowdfunding, con la partecipazione di più persone attraverso piattaforme come le notissime Kickstarter o Indiegogo: nello specifico queste aiutano al raggiungimento di una somma di denaro che il richiedente usa per completare progetti artistici, campagne sociali o altro, e i prestatori ottengono in cambio parte del progetto (un esemplare di un prodotto costruito grazie alla campagna di raccolta fondi, per esempio).
È forse ovvio, ma va rimarcato che social lending, microcredito o crowdfunding non sono così frequenti da creare delle vere problematiche, e quando si parla di usura legata alla richiesta di un prestito è perché sono i principali canali erogatori (banche o finanziarie) a essere ritenuti inapprocciabili. Nella prossima sezione vedremo perché.
Chi può chiedere un prestito?
Per chiedere un prestito nella nostra nazione bisogna essere maggiorenni, ma non superare i 70 anni di età: questo perché le banche e le finanziarie calcolano il rischio legato alla mancata restituzione di una somma prestata in caso di morte del richiedente.
In realtà l’estensione dell’età pensionabile e casi specifici nei quali il richiedente è over-70 ma conosciuto dall’istituto di credito come un buon pagatore fa sì che spesso i prestiti siano erogati anche al di là di questa fascia d’età. In genere però i limiti anagrafici sono quelli appena elencati.
Non è l’unico modo in cui gli istituti tendono a proteggere il proprio finanziamento: non vengono concessi prestiti a chi è registrato come un cattivo pagatore, e vengono emesse delle penali se si ritarda la restituzione delle somme prestate. In qualche caso estremo entrano in azione gli istituti di recupero crediti, che nelle situazioni più gravi vengono associati a pignoramenti di beni di proprietà del cattivo pagatore.
Senza arrivare a queste eccezioni, essere un lavoratore dipendente con un contratto a tempo indeterminato favorisce la pratica di emissione della somma richiesta. Più complessa è la situazione di chi abbia un contratto a tempo determinato (il contratto non deve scadere prima della fine della restituzione del prestito) o di chi sia un lavoratore autonomo.
In quest’ultimo caso è possibile che vengano richieste garanzie più stringenti, come una figura terza che possa farsi carico delle rate da ripagare in caso il richiedente non ci riesca. La capacità di poter rimborsare un prestito passa anche dal possesso di proprietà come auto o casa.
Presi tutti assieme, questi fattori come età, assenza di un contratto di lavoro riconosciuto come adeguato o presenza di garanti fanno sì che ancora oggi moltissime persone diventino vittime di usurai senza scrupoli.
I tempi di erogazione
Se l’affidabilità del richiedente è ritenuta alta, ovvero se chi richiede una somma di denaro a un istituto risponde a tutti i requisiti dell’erogatore, allora i tempi medi di ottenimento del prestito sono mediamente brevi e dipendono dal tipo che si è richiesto e come lo si è fatto:
• Cessione del quinto: se è stato richiesto questo tipo di prestito, disponibile solo per dipendenti con contratto a tempo indeterminato, la rata mensile che va restituita all’istituto creditizio è trattenuta direttamente dalla busta paga fino a 1/5 (il ”quinto”, appunto) del totale. Di solito i tempi di approvazione non superano le 3 settimane.
• Prestiti online: molto popolari e molto numerosi, particolarmente in Italia, promettono emissioni di denaro entro 48 ore e sono i più veloci nel nostro paese.
• Prestiti personali tradizionali: se non richiesti online, i tempi di approvazione di questa tipologia possono arrivare a essere di una settimana.
Prestiti: le cose da sapere
• È importante ripeterlo: consegnare la documentazione necessaria all’apertura di una pratica per erogazione di un prestito non equivale a un sì: la banca o la finanziaria faranno le loro verifiche per capire se si è davanti a un cliente affidabile.
• In caso di approvazione, i tempi per la restituzione vengono decisi congiuntamente con la struttura che presta il denaro.
• A ogni rata da ripagare viene applicato un tasso di interesse: il TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale, si aggira intorno all’11-12%. Quando leggendo un contratto si incontrano percentuali più alte, è meglio stare alla larga!
• Il prestito si può estinguere in anticipo: magari si è entrati in possesso di un certo gruzzoletto e ci si vuole liberare delle rate lasciate in sospeso. Si può fare, ma la banca o la finanziaria quasi certamente chiederanno il pagamento di una mora, strettamente regolata dalla riforma del credito al consumo del 2013.
Le leggi sui prestiti
A proposito di norme: a tutela del consumatore, il decreto legislativo numero 21 del 21 febbraio 2014 stabilisce che chiunque voglia accedere a un prestito abbia diritto a recedere dal contratto entro 14 giorni senza pagare penali, a un ripensamento (con restituzione integrale delle somme) entro 30 giorni dall’inizio della rateizzazione del debito e addirittura alla restituzione di quanto già versato se chi dovrebbe finanziare il prestito è stato inadempiente.
Inoltre è previsto per legge che un richiedente un prestito abbia diritto a ricevere adeguate informazioni al di fuori dei locali dell’istituto erogatore, che per motivi di pubblicità potrebbe non essere chiaro nella spiegazione dei termini dei propri contratti: anche ogni cambiamento al contratto da parte di chi eroga il finanziamento deve essere comunicata tempestivamente, così come l’eventuale iscrizione del richiedente a un elenco di cattivi pagatori in caso di ritardi nel saldo delle rate.