Le carte di credito: la scena italiana
Carta di credito sì o carta di credito no? Il dilemma non è di quelli piccoli, perché lo scenario degli strumenti di pagamento si è fatto più complesso da quando a queste e alle ormai storiche tessere bancomat si sono via via andate ad aggiungere le carte di debito, le revolving, le ricaricabili e – da ultimi – i sistemi di pagamento virtuali associati agli smartphone, come Apple Pay o Samsung Pay.
Il risultato di questo affollamento è che nel migliore dei casi il consumatore si sente confuso da tanta abbondanza, spesso finendo col fare scelte poco informate e dettate solo dal sentito dire o dalla moda. A perdere è proprio la cara, vecchia carta di credito, quella a saldo, che è considerata nella maggior parte delle circostanze obsoleta in quanto legata a un mondo finanziario e a tendenze di risparmio che ormai non esistono più, legate come sono a una società che non è più quella di venti o trent’anni fa.
In altre parole: le recessioni continue, i cambiamenti epocali nel campo dell’occupazione, i diversi stili di vita hanno reso le carte di credito una reliquia di un tempo ormai passato. E specialmente in Italia, che più di altri stati ha sofferto la crisi economica in maniera drammatica.
Ma è proprio così?
La carta di credito rischia l’estinzione
Andiamo per gradi: è sicuramente vero che le carte di credito soffrono la concorrenza di strumenti più agili come le prepagate che spesso si presentano come svincolate dal possesso di un CC, o di strumenti ibridi che nascono per lo smartphone e sono contemporaneamente conti e sistemi di pagamento virtuale.
È anche vero però che davanti a queste rivoluzioni il mondo delle carte di credito ha tutto l’interesse nel cercare di attirare più clienti possibili, senza limitarsi a essere ”obbligatoria” per questo o quel riccone. Rimanere interessante agli occhi dei risparmiatori è fondamentale per non rischiare l’estinzione, e il mondo degli istituti finanziari ha preso la questione di petto, con strategie decisamente aggressive.
Tutte le caratteristiche da tenere presenti
Aggressive in che senso? Saranno mica regalate, queste carte di credito?
La risposta è: dipende da cosa si intende per regalo. Le banche puntano su un certo numero di caratteristiche per far risultare queste tesserine di plastica (ancora) appetibili, ma non esiste un modello unico di cliente, quindi alcune proprietà possono risultare graditissime, mentre altre… no. Vediamo le principali.
- Capacità di pagamento contactless: per pagare senza digitare PIN e senza dover firmare (esistono eccezioni). Grande comodità, ma c’è chi teme che le carte di credito di questo tipo siano esposte maggiormente a possibili furti di dati.
- Aumento del plafond: per chi ha l’abitudine di usare la carta di credito per spese molto importanti, lo scenario attuale propone plafond che possono arrivare anche a 20.000 Euro (come nel caso di CheBanca!) o addirittura senza limiti come accade con American Express.
- Prelievo: chi usa la carta di credito per prelevare di frequente (ma anche no!) vorrà orientarsi verso quelle che consentono un limite superiore ai 250 Euro, ormai troppo basso per affrontare le spese vive settimanali fra spesa, benzina, occasionale cena fuori e fuori programma.
- Canoni annuali: quasi tutte le banche si sono attestate nell’offrire carte di credito a zero Euro. In questo caso però è sempre bene leggere le condizioni di adesione fino in fondo: per esempio i costi della carta di credito American Express sono zero, salvo diventare 75 Euro una volta esaurito il primo anno di utilizzo. La già citata carta firmata CheBanca! ha canone pari a zero, ma solo a patto di usare la tesserina per almeno 5000 Euro di spese nell’anno solare. Webank, per contro, la offre gratis.
- Commissioni al prelievo: come accennato in precedenza, le banche non fanno beneficenza, e in qualche modo devono rientrare dei costi sostenuti per le operazioni dei loro clienti. Uno dei modi più frequenti è appunto il canone annuo, ma rispetto agli anni nei quali prelevare al bancomat era spesso sempre gratuito, ora alcuni istituti impongono anche una percentuale sulla somma ritirata. Queste somme variano fra il 2 e il 3% del totale, standard tutto italiano, ma ci sono anche realtà come American Express o Hello Bank, che trattengono il 4%!
Se queste caratteristiche vi lasciano perplessi, va comunque considerato che le carte di credito hanno, rispetto ad altri strumenti, anche un indubbio vantaggio: il rimborso delle spese fraudolente eventualmente effettuate in caso di furto o hackeraggio. Non si può dire lo stesso nel caso delle carte prepagate – nonostante ci siano anche degli esempi virtuosi, questo rimane uno dei vantaggi delle credit rispetto alle debit (o altre modalità di pagamento non-cash).
Come in ogni situazione dove bisogna fare una scelta importante, invitiamo sempre a mettere a confronto le offerte dei vari istituti: alcuni costi in cambio di certe caratteristiche possono sembrare eccessivi, ovvio, ma non si presentano mai tutti insieme.
Infatti una banca che avesse troppi ”contro” non verrebbe mai scelta.. È vero, esistono anche i clienti troppo pigri per cambiare, ma sono una minoranza in via d’estinzione. Ormai i consumatori pretendono, e il mondo delle carte di credito se ne sta accorgendo. Per questo è un universo in continua evoluzione.